La Sanità Campana è Sempre Più Sotto Attacco
Nel 2025 gli Attacchi Ransomware agli Ospedali Italiani Sono Aumentati del 50%
Gli ospedali e le ASL della Campania affrontano una crescente minaccia cyber che sta mettendo a rischio non solo i dati sensibili dei pazienti ma anche la continuità stessa dei servizi sanitari essenziali. Nel primo semestre del 2025, gli attacchi informatici contro le strutture sanitarie italiane sono aumentati del 50%, una crescita allarmante che posiziona l’Italia al terzo posto in Europa per numero di incidenti, subito dopo Germania e Francia.
La cybersecurity sanitaria in Campania rappresenta oggi una priorità assoluta che non può più essere rimandata. Il tessuto sanitario regionale, con i suoi 7 ASL territoriali e 17 aziende ospedaliere, si trova ad affrontare una sfida senza precedenti. Tra queste strutture spiccano eccellenze come il Santobono-Pausilipon di Napoli, l’Azienda Ospedaliera dei Colli e il Policlinico Federico II, che stanno investendo significativamente in sicurezza informatica ospedaliera. Tuttavia, la strada verso una protezione completa è ancora lunga e tortuosa, richiedendo un approccio integrato che sappia coniugare tecnologia avanzata, formazione continua e una governance efficace.

I Numeri della Crisi: Perché la Sanità Campana è un Bersaglio Privilegiato
La Situazione degli Attacchi Cyber in Campania
L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha recentemente dipinto un quadro preoccupante: la sanità italiana è diventata il terzo settore più colpito da attacchi ransomware, con una media di un attacco significativo al mese che paralizza intere strutture ospedaliere. In Campania, questa realtà si è manifestata in modo drammatico attraverso diversi episodi che hanno segnato profondamente il sistema sanitario regionale.
L’ASL Napoli 3 Sud ha vissuto giorni di vera emergenza quando un attacco ransomware ha completamente compromesso i suoi sistemi informatici, costringendo il personale a tornare a procedure manuali e cartacee. Ancora più grave è stato l’attacco subito dall’ASST Rhodense ad opera del gruppo criminale Cicada3301, che ha letteralmente bloccato interventi chirurgici programmati e prestazioni ambulatoriali, creando disagi enormi a migliaia di pazienti. Gli ospedali della provincia di Napoli continuano a registrare tentativi quotidiani di intrusione attraverso sofisticate campagne di phishing e diffusione di malware sempre più evoluti.
Il costo medio di un data breach sanitario ha raggiunto la cifra astronomica di 9,23 milioni di dollari, rendendolo il settore più costoso da proteggere e recuperare dopo un attacco. In Campania, dove la trasformazione digitale della sanità sta procedendo a ritmo accelerato grazie ai fondi del PNRR, le vulnerabilità sono aumentate in modo proporzionale all’espansione della superficie di attacco digitale, creando un paradosso tecnologico che richiede soluzioni immediate.

Perché gli Hacker Prendono di Mira gli Ospedali Campani
La risposta a questa domanda rivela una realtà inquietante che va ben oltre la semplice criminalità informatica. I dati sanitari rappresentano oggi l’oro nero del cybercrime: una singola cartella clinica elettronica può valere fino a 2.000 dollari nel dark web, una cifra che supera di gran lunga il valore di qualsiasi carta di credito rubata. Questa valutazione deriva dalla ricchezza di informazioni contenute: dati anagrafici completi, storia clinica dettagliata, informazioni assicurative e persino dati genetici che possono essere utilizzati per furti d’identità sofisticati o ricatti mirati.
Ma c’è di più. Gli ospedali operano sotto una pressione temporale unica: non possono permettersi interruzioni prolungate dei servizi critici senza mettere a rischio vite umane. Questa urgenza li rende particolarmente vulnerabili al ricatto, sapendo che ogni minuto di downtime può significare la differenza tra la vita e la morte per i pazienti in condizioni critiche.
Le infrastrutture legacy vulnerabili rappresentano un altro tallone d’Achille del sistema sanitario campano. Molte strutture sanitarie napoletane continuano a utilizzare sistemi operativi obsoleti e dispositivi medicali non aggiornati che furono progettati in un’era pre-digitale, quando la cybersecurity non era nemmeno una considerazione. Questi sistemi, essenziali per il funzionamento quotidiano degli ospedali, sono spesso impossibili da aggiornare senza sostituirli completamente, un investimento che molte strutture non possono permettersi.
La carenza di personale specializzato completa questo quadro preoccupante. La carenza di esperti di cybersecurity in sanità è un problema nazionale che in Campania assume proporzioni critiche, rendendo estremamente difficile non solo implementare difese adeguate ma anche mantenerle aggiornate di fronte a minacce in continua evoluzione.

Le Vulnerabilità Specifiche del Sistema Sanitario Campano
Tecnologie Obsolete e Dispositivi Medicali Non Protetti
Un’analisi approfondita condotta su 50.000 indirizzi IP sanitari monitorati in Italia ha svelato una realtà allarmante: il 47% dei dispositivi medicali presenta vulnerabilità critiche non patchate, vere e proprie porte aperte per i cybercriminali. In Campania, questa situazione assume contorni particolarmente critici quando si considerano le tecnologie coinvolte.
I sistemi di imaging diagnostico, incluse TAC e risonanze magnetiche, rappresentano investimenti milionari che gli ospedali non possono permettersi di sostituire frequentemente. Questi dispositivi, progettati per durare decenni, spesso eseguono versioni obsolete di Windows o altri sistemi operativi non più supportati. Le pompe per infusione connesse, ormai diffuse in tutti i reparti, offrono comodità e precisione ma aprono nuovi vettori di attacco se non adeguatamente protette. I monitor paziente in terapia intensiva, vitali per il monitoraggio continuo dei parametri vitali, sono spesso collegati a reti ospedaliere senza adeguata segmentazione. I sistemi PACS (Picture Archiving and Communication System), che gestiscono l’intero flusso di immagini diagnostiche dell’ospedale, rappresentano un bersaglio particolarmente appetibile per la quantità e sensibilità dei dati che contengono.
La Digitalizzazione Accelerata: Opportunità e Rischi
La pandemia ha accelerato drasticamente la digitalizzazione del sistema sanitario campano. La telemedicina in Campania è cresciuta del 300% in pochi anni, con piattaforme di televisita e telemonitoraggio implementate in tutte le ASL per garantire continuità assistenziale anche durante i lockdown. Questa trasformazione, seppur necessaria e benefica, ha creato nuove vulnerabilità che i cybercriminali sono pronti a sfruttare.
Gli accessi remoti non sicuri utilizzati dal personale sanitario per lavorare da casa o consultare cartelle cliniche da dispositivi personali rappresentano uno dei principali punti deboli. L’integrazione debole tra sistemi ospedalieri e territoriali crea gap di sicurezza nelle interfacce di comunicazione. La mancanza di crittografia end-to-end nelle comunicazioni cliniche espone conversazioni sensibili e dati dei pazienti a potenziali intercettazioni. L’autenticazione debole per l’accesso ai dati sanitari, spesso limitata a semplici password riutilizzate, facilita enormemente il lavoro degli hacker.
Case Study di Successo: Il Santobono-Pausilipon di Napoli
Un Modello di Cybersecurity per la Sanità Campana
In questo panorama di sfide e minacce, l’Ospedale Pediatrico Santobono-Pausilipon emerge come un faro di speranza e innovazione. Questa struttura napoletana rappresenta oggi una best practice nazionale in tema di cybersecurity sanitaria, dimostrando che è possibile coniugare eccellenza clinica e sicurezza informatica.
La trasformazione del Santobono-Pausilipon è iniziata grazie a una visione lungimirante della direzione e alla collaborazione strategica con Cisco, supportata da significativi finanziamenti della Regione Campania. Il risultato è un ecosistema digitale sicuro che protegge i dati dei piccoli pazienti senza compromettere l’efficienza operativa.
La Smart Control Room: Il Cuore della Sicurezza
Al centro di questa trasformazione si trova la Smart Control Room, un centro nevralgico che rappresenta molto più di una semplice sala controllo. Questo ambiente tecnologicamente avanzato garantisce il monitoraggio 24/7 di tutti i flussi informatici dell’ospedale, creando una visibilità completa su ogni aspetto dell’infrastruttura IT. Il sistema di allerta precoce implementato è in grado di identificare minacce cyber prima che possano causare danni, utilizzando algoritmi di machine learning per riconoscere pattern anomali nel traffico di rete.
L’integrazione completa tra allarmi antincendio e sicurezza informatica rappresenta un approccio innovativo che trasforma un obbligo normativo in un’opportunità di sicurezza olistica. Questa integrazione permette di correlare eventi fisici e digitali, identificando potenziali attacchi coordinati che potrebbero sfruttare distrazioni o emergenze fisiche per penetrare i sistemi informatici. L’osservabilità end-to-end dell’infrastruttura IT fornisce al team di sicurezza una comprensione profonda di ogni componente del sistema, dalle applicazioni cliniche ai dispositivi IoT medicali.
Tecnologie Implementate con Successo
Il Virtual Patching rappresenta una delle soluzioni più innovative adottate dal Santobono-Pausilipon. Questa tecnologia permette di proteggere dispositivi medicali legacy che non possono essere aggiornati senza comprometterne la certificazione o funzionalità. Attraverso firewall applicativi e sistemi di prevenzione delle intrusioni, il virtual patching crea uno scudo invisibile attorno a questi dispositivi vulnerabili.
La segmentazione della rete implementata nell’ospedale va ben oltre la semplice separazione tra rete clinica e amministrativa. Ogni reparto, ogni tipo di dispositivo medicale, ogni sistema critico opera in un segmento di rete isolato, con comunicazioni strettamente controllate e monitorate. Questa architettura zero-trust garantisce che anche in caso di compromissione di un segmento, l’attacco non possa propagarsi all’intera infrastruttura.
Il sistema di backup immutabile adottato rappresenta l’ultima linea di difesa contro i ransomware. Utilizzando tecnologie di storage write-once-read-many (WORM) e air-gapping, i backup critici sono protetti da qualsiasi tentativo di cifratura o cancellazione, garantendo la possibilità di ripristino anche negli scenari peggiori.
L’autenticazione multi-fattore per tutti gli accessi clinici ha richiesto un delicato bilanciamento tra sicurezza e usabilità. Il sistema implementato utilizza badge RFID combinati con PIN personali per l’accesso rapido alle workstation cliniche, mentre richiede autenticazione biometrica per l’accesso a dati particolarmente sensibili o per operazioni amministrative critiche.
“L’impegno strategico dell’azienda”, spiega Rodolfo Conenna, Direttore Generale del Santobono-Pausilipon, “è quello di costituire una rete pediatrica regionale campana nativamente digitalizzata e sicura. Non si tratta solo di proteggere i dati, ma di creare un ecosistema in cui la sicurezza informatica diventa un enabler dell’innovazione clinica, permettendoci di offrire cure sempre più personalizzate e efficaci proteggendo al contempo i nostri piccoli pazienti.”

Le Iniziative della Regione Campania per la Cybersecurity Sanitaria
Il Centro Sperimentale di Cyber Security
La Regione Campania ha dimostrato una visione strategica istituendo un Centro sperimentale di sviluppo delle competenze nell’area della sicurezza informatica con sede ad Avellino. Questo centro rappresenta molto più di un semplice polo formativo: è un ecosistema di innovazione che unisce il mondo accademico, quello industriale e quello sanitario in un’alleanza strategica contro le minacce cyber.
La nascita del centro è frutto di una collaborazione sinergica tra l’Università di Salerno, che porta competenze di ricerca e innovazione, il Consorzio Interuniversitario per l’Informatica, che garantisce l’accesso a risorse computazionali avanzate, e aziende leader del settore come Infocert e Namirial, che contribuiscono con esperienza pratica e soluzioni tecnologiche all’avanguardia. EMM Systems di Napoli completa questo quadro portando la conoscenza profonda del territorio e delle specifiche esigenze del sistema sanitario campano.
Il centro offre percorsi formativi differenziati che rispondono alle diverse esigenze del personale sanitario. I Security manager ospedalieri vengono formati su governance della sicurezza, risk management e gestione degli incidenti, acquisendo competenze manageriali essenziali per guidare la trasformazione digitale sicura delle loro strutture. Gli amministratori di sistemi sanitari approfondiscono aspetti tecnici avanzati, dalla configurazione sicura dei sistemi alla gestione di SIEM e SOC. Il personale clinico riceve formazione pratica sulle best practice di sicurezza quotidiana, imparando a riconoscere tentativi di phishing, gestire password in modo sicuro e proteggere i dispositivi mobili utilizzati per accedere ai dati dei pazienti.
Investimenti PNRR per la Sicurezza Digitale
I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresentano un’opportunità storica per la Campania di colmare il gap di sicurezza accumulato negli anni. Con oltre 50 milioni di euro dedicati specificamente alla cybersecurity sanitaria, la regione sta implementando un piano ambizioso che tocca ogni aspetto della sicurezza informatica ospedaliera.
L’ammodernamento delle infrastrutture IT ospedaliere non si limita alla sostituzione di hardware obsoleto. Si tratta di ripensare completamente l’architettura di rete degli ospedali, implementando principi di security by design e zero trust architecture. Ogni nuovo sistema viene progettato con la sicurezza come requisito primario, non come aggiunta successiva.
L’implementazione di SOC (Security Operations Center) regionali rappresenta un salto di qualità nella capacità di risposta alle minacce. Questi centri, operativi 24/7, monitoreranno in tempo reale tutte le strutture sanitarie della regione, correlando eventi e identificando pattern di attacco che potrebbero sfuggire a sistemi di monitoraggio isolati. La condivisione di intelligence sulle minacce tra diverse strutture permetterà di creare una difesa collettiva molto più efficace di qualsiasi protezione individuale.
La formazione del personale sanitario riceve finalmente l’attenzione che merita. Non si tratta solo di corsi teorici, ma di simulazioni pratiche, esercitazioni di risposta agli incidenti e programmi di awareness continui che trasformano ogni operatore sanitario in una sentinella attiva contro le minacce cyber.
Gli audit di sicurezza per tutte le strutture sanitarie non sono semplici verifiche di conformità, ma assessment approfonditi che includono penetration testing, vulnerability assessment e revisione delle procedure operative. Questi audit forniscono una fotografia realistica dello stato di sicurezza e guidano gli investimenti futuri in modo mirato ed efficace.

Le Minacce Emergenti nel 2025: Cosa Aspettarsi
Ransomware-as-a-Service e Gruppi APT
Il panorama delle minacce cyber contro la sanità campana sta evolvendo rapidamente, con gruppi ransomware sempre più organizzati e sofisticati. BlackBasta ha dimostrato particolare interesse per le strutture sanitarie campane, utilizzando tecniche di spear phishing mirate e sfruttando vulnerabilità zero-day per penetrare le difese. LockBit 3.0 ha perfezionato la tecnica della doppia estorsione, non solo cifrando i dati ma minacciando di pubblicarli se il riscatto non viene pagato, aumentando enormemente la pressione sulle vittime.
ALPHV/BlackCat ha mostrato una preoccupante tendenza a targeting di grandi ospedali universitari, probabilmente per la ricchezza di dati di ricerca e proprietà intellettuale che contengono. Qilin, il nuovo arrivato nel panorama del ransomware, sta dimostrando un focus specifico sui dati sanitari, suggerendo che potrebbe avere collegamenti con organizzazioni interessate a informazioni mediche per scopi che vanno oltre il semplice riscatto.
Questi gruppi non operano più come entità isolate ma come vere e proprie aziende criminali, con divisioni specializzate in initial access, lateral movement, data exfiltration e negotiation. Il modello Ransomware-as-a-Service (RaaS) permette anche a criminali con competenze tecniche limitate di lanciare attacchi devastanti, abbassando drasticamente la barriera di ingresso al cybercrime.
L’Intelligenza Artificiale: Arma a Doppio Taglio
L’AI generativa sta rivoluzionando il panorama della cybersecurity in modi che solo pochi anni fa sembravano fantascienza. Dal lato degli attaccanti, stiamo assistendo all’emergere di phishing ultra-personalizzato che utilizza informazioni raccolte dai social media e da breach precedenti per creare email di spear phishing praticamente indistinguibili da comunicazioni legittime. I deepfake audio e video stanno diventando strumenti di social engineering avanzato, con CEO e dirigenti ospedalieri impersonati per autorizzare trasferimenti di fondi o accessi a sistemi critici.
Il malware polimorfico potenziato dall’AI cambia continuamente la propria firma e comportamento, evadendo i sistemi di detection tradizionali basati su pattern matching. Questi malware possono adattarsi all’ambiente in cui si trovano, rimanendo dormienti quando rilevano sistemi di analisi e attivandosi solo quando sono sicuri di poter operare indisturbati.
Tuttavia, l’AI offre anche opportunità straordinarie per la difesa. I sistemi di detection delle anomalie basati su machine learning possono identificare comportamenti sospetti che sfuggirebbero all’occhio umano, correlando eventi apparentemente non correlati per rivelare attacchi complessi multi-stadio. La risposta automatizzata agli incidenti permette di contenere le minacce in millisecondi, molto prima che un operatore umano possa anche solo rendersi conto che è in corso un attacco. L’analisi predittiva delle vulnerabilità utilizza l’AI per identificare potenziali punti deboli prima che vengano scoperti e sfruttati dagli attaccanti.
Strategie di Difesa e Best Practice per gli Ospedali Campani
Framework di Sicurezza Adattati al Contesto Locale
L’implementazione di un framework di sicurezza efficace negli ospedali campani richiede un approccio che tenga conto delle specificità locali. Il framework NIST, ampiamente riconosciuto come gold standard internazionale, deve essere adattato alla realtà delle strutture sanitarie campane, caratterizzate da budget limitati, personale ridotto e legacy system difficili da sostituire.
La fase di identificazione degli asset critici assume particolare importanza in un contesto dove le risorse sono limitate. Non tutto può essere protetto allo stesso livello, quindi è essenziale mappare accuratamente quali sistemi sono veramente critici per la continuità operativa e la sicurezza dei pazienti. Questa mappatura deve considerare non solo i sistemi IT tradizionali ma anche i dispositivi IoT medicali, i sistemi di building automation e persino i dispositivi personali del personale che potrebbero accedere a dati sensibili.
La protezione deve essere implementata secondo un approccio a cipolla, con livelli multipli di difesa che si sovrappongono. La segmentazione della rete diventa fondamentale per limitare il movimento laterale degli attaccanti. L’implementazione di sistemi di Identity and Access Management (IAM) robusti garantisce che ogni utente abbia accesso solo alle risorse strettamente necessarie per il proprio ruolo. La crittografia dei dati, sia at rest che in transit, diventa non negoziabile per qualsiasi informazione sensibile.
La capacità di rilevamento richiede investimenti in tecnologie ma soprattutto in competenze. Un Security Information and Event Management (SIEM) system è utile solo se c’è personale capace di interpretare gli alert e distinguere i veri positivi dai falsi allarmi. La correlazione degli eventi tra sistemi diversi, l’analisi comportamentale degli utenti e il monitoraggio continuo del dark web per identificare potenziali leak di dati sono tutte attività che richiedono expertise specializzata.
La risposta agli incidenti deve essere pianificata e testata regolarmente. Ogni ospedale campano dovrebbe avere un Incident Response Plan dettagliato che specifichi ruoli, responsabilità e procedure da seguire in caso di attacco. Questo piano deve essere testato attraverso table-top exercise e simulazioni realistiche che coinvolgano non solo il personale IT ma anche la direzione sanitaria, il personale clinico e le relazioni esterne.
Il recupero rappresenta l’ultima linea di difesa ma spesso la più critica. La capacità di ripristinare rapidamente i servizi essenziali può fare la differenza tra un incidente gestibile e una catastrofe. I backup devono essere testati regolarmente, i piani di disaster recovery devono considerare scenari di ransomware totale, e deve esistere una chiara prioritizzazione dei sistemi da ripristinare per primi.
Il Fattore Umano: Formazione e Consapevolezza
La tecnologia da sola non può proteggere gli ospedali campani. Il fattore umano rimane l’anello più debole ma anche potenzialmente più forte della catena di sicurezza. La formazione del personale sanitario sulla cybersecurity deve andare oltre i tradizionali corsi annuali obbligatori, diventando parte integrante della cultura organizzativa.
I programmi di security awareness devono essere progettati specificamente per il contesto sanitario, utilizzando esempi e scenari rilevanti per medici, infermieri e personale amministrativo. Le simulazioni di phishing controllate, seguite da formazione mirata per chi cade nella trappola, si sono dimostrate particolarmente efficaci nel ridurre i tassi di click su link malevoli. La gamification della formazione, con badge e riconoscimenti per comportamenti sicuri, può trasformare la sicurezza da obbligo a abitudine positiva.
La creazione di security champion in ogni reparto, ovvero persone che fungono da punto di riferimento per le questioni di sicurezza senza essere necessariamente esperti IT, crea una rete capillare di awareness che permea l’intera organizzazione. Questi champion possono identificare comportamenti rischiosi, rispondere a domande basilari e fungere da early warning system per potenziali problemi di sicurezza.
Il Futuro della Cybersecurity Sanitaria in Campania
Verso un Ecosistema Sanitario Digitale Resiliente
Il futuro della cybersecurity sanitaria in Campania si costruisce oggi attraverso scelte strategiche che determineranno la resilienza del sistema per i prossimi decenni. La visione di un ecosistema sanitario digitale resiliente non è utopia ma obiettivo raggiungibile attraverso investimenti mirati, collaborazione inter-istituzionale e commitment a lungo termine.
La collaborazione pubblico-privato emergerà come modello vincente, con partnership strategiche tra ospedali, università, centri di ricerca e aziende tecnologiche che permetteranno di condividere costi, competenze e risorse. I Digital Innovation Hub sanitari diventeranno centri di eccellenza dove sperimentare nuove tecnologie di sicurezza in ambienti controllati prima del deployment su larga scala.
L’integrazione della sicurezza nel percorso di cura trasformerà la cybersecurity da costo a valore aggiunto. Pazienti sempre più consapevoli sceglieranno strutture che possono garantire non solo eccellenza clinica ma anche protezione dei loro dati più intimi. La certificazione di sicurezza diventerà un differenziatore competitivo per le strutture sanitarie private e un requisito per quelle pubbliche.
Conclusioni: Un Imperativo per la Salute Pubblica
La cybersecurity nel settore sanitario campano non è più una questione tecnica relegata ai dipartimenti IT, ma un imperativo di salute pubblica che richiede l’attenzione e l’impegno di tutti gli stakeholder. Dalla Regione Campania alle singole ASL, dai grandi ospedali universitari napoletani alle piccole strutture territoriali, tutti devono fare la loro parte in questa battaglia digitale che ha conseguenze molto reali sulla vita dei cittadini.
Il percorso intrapreso da eccellenze come il Santobono-Pausilipon dimostra che è possibile coniugare innovazione digitale e sicurezza, creando ambienti di cura all’avanguardia che proteggono sia i pazienti che i loro dati. I fondi del PNRR e le iniziative regionali forniscono le risorse necessarie, ma il successo dipenderà dalla capacità di trasformare questi investimenti in cambiamenti culturali duraturi.
La sfida è grande, ma la posta in gioco è ancora più alta. Ogni attacco ransomware evitato, ogni data breach prevenuto, ogni sistema protetto significa vite salvate, privacy preservata e fiducia mantenuta nel sistema sanitario. In un’epoca in cui la salute digitale diventa sempre più centrale nel percorso di cura, la cybersecurity non è optional ma fondamento essenziale di una sanità moderna, efficiente e sicura.
Il futuro della sanità digitale in Campania si scrive oggi, con ogni firewall configurato, ogni password rafforzata, ogni dipendente formato. È una battaglia che si combatte su più fronti, richiede investimenti continui e vigilanza costante, ma è una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere. Per i nostri ospedali, per i nostri pazienti, per il futuro della sanità campana.

Mconnect: Il Partner Strategico per la Cybersecurity nella Sanità in Campania
In questo scenario complesso e in continua evoluzione, Mconnect si posiziona come partner strategico di riferimento per la cybersecurity nella sanità in Campania. Con anni di esperienza nel proteggere infrastrutture critiche e una profonda conoscenza del tessuto sanitario napoletano e campano, Mconnect offre soluzioni su misura che vanno oltre la semplice fornitura tecnologica.
Il nostro approccio alla sicurezza informatica ospedaliera parte dalla comprensione profonda delle sfide specifiche che ogni struttura sanitaria affronta quotidianamente. Sappiamo che ogni ospedale, ogni ASL, ogni clinica ha esigenze uniche dettate dalla propria infrastruttura legacy, dal proprio percorso di digitalizzazione e dalle proprie risorse. Per questo, non proponiamo soluzioni preconfezionate ma strategie personalizzate che bilanciano sicurezza, operatività e sostenibilità economica.
I nostri security expert certificati lavorano fianco a fianco con i team IT ospedalieri per implementare le best practice internazionali adattandole alla realtà locale. Dalla progettazione di architetture zero-trust alla formazione del personale sanitario, dall’implementazione di SOC dedicati alla gestione di incident response, Mconnect fornisce un supporto completo che copre ogni aspetto della cybersecurity sanitaria. La nostra presenza capillare sul territorio campano ci permette di garantire interventi rapidi e supporto continuativo, elementi critici quando si tratta di proteggere infrastrutture da cui dipende la salute dei cittadini.
Collaboriamo attivamente con le istituzioni regionali per contribuire alla creazione di quell’ecosistema sanitario digitale resiliente di cui la Campania ha bisogno. La nostra partecipazione ai tavoli tecnici regionali, le partnership con università e centri di ricerca, e il costante dialogo con le direzioni sanitarie ci permettono di anticipare le esigenze e proporre soluzioni innovative che guardano al futuro senza dimenticare il presente. Contattaci oggi per scoprire come possiamo aiutare la tua struttura sanitaria a navigare con sicurezza nella trasformazione digitale, proteggendo ciò che conta di più: la salute e la privacy dei tuoi pazienti.